Silenzi, imbarazzi,
sottovalutazione, tentativo di ridurre ai minimi termini una situazione pesante
e pericolosa. E’ questa la realtà di quanto accaduto a Colonia e in parecchie
altre città del nord Europa nella notte di Capodanno. Difficile pensare ad un ‘caso’
quando migliaia di giovani uomini di paesi medio orientali e nord africani si
muovono in perfetta sintonia, compiendo le stesse azioni in luoghi diversi. Ma
gli stereotipi culturali sono duri a morire ovunque. Il ‘politicamente corretto’
nei confronti dei rifugiati e degli stranieri ha prevalso rispetto alla nuova
attenzione e al rispetto che le donne reclamano e ritenevano di avere ormai
acquisito. Sbagliato. Le donne non dovrebbero mai commettere l’errore di
considerare nulla definitivamente acquisito!
Nessun politico vuole
rischiare di apparire xenofobo o ‘di destra’ difendendo donne contro stranieri
e allora si cerca di ridimensionare il più possibile quanto accaduto. La tutela
delle donne viene sempre ‘dopo’ e gli storici lo sanno bene: ‘dopo’ la vittoria
della rivoluzione,’dopo ‘ la vittoria della classe operaia, dopo…..
Per frenare l’estrema
destra dei paesi europei, politici e intellettuali tacciono o minimizzano, ma è
un silenzio pericoloso. Angela Merkel ha pronunciato parole dure, ma dopo otto
giorni dai fatti. A Colonia c’è una donna sindaco, ma anche lei ha cercato di
ridimensionare i fatti prima di arrendersi all’evidenza. Anche per lei era
importante salvaguardare innanzitutto la politica dell’accoglienza che vede la
città tedesca in prima linea e in piena sintonia con la linea della cancelliera.
Le donne strattonate,
palpeggiate, abusate però non hanno taciuto e hanno parlato gli uomini che
stavano con loro (amici, fidanzati) e le autorità hanno dovuto prendere atto
che qualcosa di grave era effettivamente successo. Il capo della polizia di Colonia
Wolfgang Albers è stato sospeso soltanto
otto giorni dopo i fatti del 31 dicembre, quando è apparso evidente che i sospetti
sono tutti stranieri e molti di essi sono richiedenti asilo.
Bisogna prendere atto
che siamo di fronte ad un fenomeno del tutto nuovo. Alla paura delle bombe e
degli assalti ai luoghi pubblici nelle nostre città europee dobbiamo adesso
aggiungere una nuova paura. E’ partito l’attacco alla nostra identità culturale,
alla nostra libertà. Non lasciamoci ingannare dai furti di borsette e
cellulari. Gli assalitori di Colonia volevano umiliare e punire la libertà
delle donne europee. Queste donne con i capelli al vento e libere di vestire e
vivere come preferiscono sono disprezzate da migliaia di giovani uomini
arrivati da paesi dove la cultura dominante relega la donna in una dimensione
di totale sottomissione e subordinazione e le nega una identità nascondendola anche
fisicamente alla vista.
Non possiamo e non
dobbiamo minimizzare la realtà. La laicità va difesa senza temere di essere
considerati islamofobi. Chi chiede asilo in Europa deve imparare a conoscere e
ad accettare la nostra cultura, i nostri valori e a rispettare quelle che per
noi sono conquiste irrinunciabili.
Nessun commento:
Posta un commento