mercoledì 29 marzo 2017

EVENTO - Cinquant'anni non sono bastati - Le carriere delle donne - Palazzo Montecitorio




Il mio intervento, presso la Sala Regina di Montecitorio a Roma.
La presentazione del  libro "Cinquant'anni non sono bastati - Le carriere delle donne a partire dalla sentenza n. 33/1960 della Corte Costituzionale", a cura di Anna Maria Isastia e Rosa Oliva. Interventi, oltre a quelli delle curatrici del volume, di Paola De Micheli, Marina Sereni, Valeria Valente, Manuela Di Centa, Monica Parrella, Alfonso Celotto, Susanna Schivo. Moderatrice Valeria Vaccaro. L'appuntamento è stato promosso dalla sottosegretaria all'Economia Paola De Micheli.





martedì 7 marzo 2017

L’8 marzo. La storia



La decisione di dedicare una  manifestazione annuale da svolgersi l’ultima domenica di febbraio o la prima di marzo, in ogni paese  e   destinata a rivendicare il diritto di voto per tutte le donne, fu presa, su proposta della Presidente Klara Zetkin, in occasione della Conferenza della Internazionale socialista delle donne tenutasi a Copenhagen  nel 1910.
La senatrice socialista Elena Marinucci, aveva scoperto questa versione, diversa dalla vulgata corrente,  leggendo il “Bollettino dell'Internazionale Socialista delle Donne” e l'aveva resa pubblica negli anni Ottanta, scrivendo su diversi giornali e proponendo di dedicare la giornata alla realizzazione del diritto delle donne a "essere votate”.
Successivamente e con maggiore autorevolezza, la v
era storia dell'8 marzo è stata resa nota in Italia da Tilde Capomazza e Marina  Ombra, con il libro 8 marzo. Una storia lunga un secolo e poi da Alessandra Gissi, Otto marzo. La giornata internazionale delle donne in Italia.
Il primo 8 marzo fu celebrato in Germania nel 1914 . Sul manifesto dell'iniziativa era scritto "Avanti , con il diritto di voto alle donne".
Negli anni successivi  si svolsero manifestazioni in altre capitali europee, in Francia , Svizzera, Olanda raccontate in Italia dalla "Difesa della lavoratrice", la rivista delle donne socialiste fondata e diretta da Anna Kuliscioff.
Con la Grande Guerra le manifestazioni non ebbero più luogo, ma in Russia, nel  1917, fu proprio la grande manifestazione delle donne  che aprì la strada alla prima Rivoluzione, quella di febbraio (il calendario russo era arretrato di alcuni giorni). Quel giorno le tessitrici e le dipendenti del deposito di tram sfilarono chiedendo pane, pace e diritti per le donne. A loro si unirono gli operai e tante massaie che sfidarono la polizia e i soldati. Una settimana dopo crollava la monarchia e lo Zar abdicava.
In Italia, la prima celebrazione dell'8 marzo si sarebbe tenuta nel 1921, dopo la scissione di Livorno e la nascita del Partito Comunista.
Dobbiamo aspettare il 1945 perché in Italia si torni a parlare di 8 marzo Giornata internazionale delle donne. Lo fanno le donne dell’UDI che in quel momento storico raccolgono cattoliche e laiche, socialiste, comuniste, repubblicane.  Si festeggia nelle fabbriche, negli uffici, nelle scuole, con riunioni, comizi, feste popolari.
A Londra in quella stessa data sono riunite donne di venti nazioni che approvano una ‘Carta della donna’ da far pervenire alla neonata Organizzazione delle Nazioni Unite.
Per la prima volta nella storia d’Italia, l’8 marzo del 1947 viene celebrato in Parlamento dove siedono le 21 donne elette alla Costituente. L’8 marzo è considerata una giornata di lotta, ma anche di festa, un momento di auto gratificazione. Sembra sia stata Teresa Mattei, eletta alla Costituente per il Pci, a legare alla festa la mimosa, fiore di stagione economico e facile da trovare.
La data serve anche a difendere il diritto delle donne al lavoro e al riconoscimento del ruolo di capofamiglia per quante erano fonte dell’unico reddito familiare.
Se negli anni Venti, l’8 marzo era incardinato nelle politiche dell’Internazionale socialista, nell’Italia del secondo dopoguerra si preferisce legare l’evento ad un episodio, verosimile, della storia del movimento operaio americano:  operaie morte nell’incendio di una fabbrica forse a Chicago o New York o Boston. Per gli stessi motivi, in Francia la data simbolo viene collegata ad uno sciopero del 1857.

Nel corso dei decenni cambia l’approccio alla Giornata internazionale delle donne, cambiano anche le parole d’ordine e lo spirito con il quale la si vive.