venerdì 4 dicembre 2015

Mussolini socialista



La riflessione su un libro uscito da poco su Mussolini socialista, ha indotto un gruppo di storici a riflettere sul condizionamento e sulla ripetitività con cui si affrontano le vicende del Novecento in Italia.

Nell’immediato secondo dopoguerra, gli intellettuali e i giornalisti che dovevano ricostruirsi una verginità politica e culturale, hanno creato e diffuso e consolidato nel tempo una ‘verità’ che poi è diventata intangibile.

Settanta anno dopo è ancora scomodo provare a ricostruire i fatti per quello che sono stati e non per come sono stati raccontati.

Il 3 dicembre 2015,  alla Biblioteca del Senato, si è discusso sugli anni in cui Mussolini è stato marxista rivoluzionario (1902-1915), ammirato da Salvemini, Togliatti, Gramsci e Tasca. Sono nomi pesanti, di futuri oppositori del fascismo, ma in quegli anni sono seguaci di Mussolini.

Il socialismo italiano, fino alla metà degli anni cinquanta, è stato quello che Mussolini aveva portato ad avere la schiacciante maggioranza nel partito tra il 1912 e il 1915.


Si può parlare di Mussolini socialista senza mettere in discussione verità consolidate ? Sembra di no e allora è più comodo ignorare una ricerca seria che presenta una faccia poco approfondita della biografia di Mussolini. 

(fotografia tratta da http://www.uils.it )

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