Questa notte, mentre rientravo a casa
in macchina, come un film mi sono tornati in mente tanti Capodanni del passato.
La sera del 31 dicembre le strade si vuotavano perché tutti i proprietari di
auto cercavano parcheggi lontano dalle abitazioni. Le giovani donne passavano
la giornata dal parrucchiere aspettando in lunghe e pazienti file il turno per
farsi acconciare i capelli. Andavano di moda pettinature molto elaborate; i
capelli raccolti in fogge tanto complesse da richiedere una preparazione
paziente e complicata. Ricordo una sera: uscii dal parrucchiere alle 22.30 e
feci appena in tempo a tornare a casa, indossare l’abito lungo e correre alla
festa. L’abito lungo era d’ordinanza insieme all'acconciatura fresca di
coiffeur.
Le serate scorrevano poi come sempre.
Questa è l’unica cosa che non è cambiata nei decenni.
Il dramma era il ritorno a casa, in
una Roma trasformata in un campo di battaglia. Cocci, vetri, petardi esplosi
coprivano le strade rendendo veramente difficile e pericoloso spostarsi in
auto. Ricordo che portavamo una scopa in macchina e a turno, io e il mio
ragazzo ci alternavamo alla guida mentre l’altro spazzava la strada per
renderla percorribile. Dalle finestre dopo la mezzanotte si gettava veramente
di tutto: potevi trovare lavandini e bidet, vasi di fiori, oggetti di ogni
genere e poi un tappeto di cocci. Pensate che divertimento spazzare la strada
in abito lungo e scarpe con il tacco a spillo e calze velate nel gelo della
notte del 1 gennaio. Nelle strade più larghe riuscivi a fare lo slalom ma in
quelle strette, in alcuni tratti, non avevi alternativa. Era questo il motivo
per cui tutti spostavano le macchine lontano dai palazzi; per evitare di
ritrovarle ammaccate o bruciate da qualche botto più pericoloso.
Oggi per fortuna a nessuno verrebbe
più in mente di fiondare dalla finestra oggetti rumorosi per contribuire ai
botti di Capodanno. Le macchine restano tutte parcheggiate lungo i marciapiede
come sempre e stanotte tornando a casa mi sono trovata a riflettere che
sembrava una notte come tutte le altre.
Anche io, la notte del 31 ho comunicato le medesime riflessioni ai miei amici.
RispondiEliminaUna notte come tutte le altre. Siamo più civili ma anche un pò più tristi.