sabato 5 novembre 2016

Hillary Clinton e il pregiudizio di genere

Il 5 novembre 2008 Barack Obama diventava presidente degli Stati Uniti d’America. Alla Casa Bianca entrava il primo afroamericano. La campagna elettorale americana fu segnata, tra i democratici, dallo scontro tra un nero e una donna e non credo di sbagliare se ritengo che fu proprio il fatto di avere come antagonista una donna ad avere avvantaggiato Obama in un paese che è ancora razzista, come la storia degli ultimi otto anni ci ha dimostrato.
Otto anni dopo il copione si sta riproponendo. A una donna esperta e competente, seria e grintosa, si contrappone un uomo pieno di sé, ma vuoto di competenze, che incarna lo stereotipo del maschilista. Se a Trump il partito democratico avesse messo di fronte un qualunque politico uomo, anche incolore, ma affidabile, nessuno avrebbe dubbi sul risultato del voto. Sono i repubblicani per primi a temere la sua vittoria. Ma a Trump il destino ha contrapposto una donna e dunque ci sono serie probabilità che alla fine sia lui a prevalere, un non politico sessista e razzista che ha contro quasi tutta la stampa, la classe politica e i media.
A Hillary per vincere non basta essere perfetta: seria ma sorridente e simpatica, assertiva ma con voce flautata, competente e con alle spalle un curriculum eccellente. Ogni volta che sta per prevalere le arriva addosso una cannonata, con un tempismo perfetto. Alla gente è antipatica proprio perché è brava, cosa che non ho mai sentito dire di un uomo. Tutte quelle che in un uomo sono doti da apprezzare, in una donna, ancora oggi, diventano difetti da criticare.
Il doppio standard è evidente. Trump deve solo evitare di dire cose troppo stupide per essere giudicato adatto come presidente e anche se dice e fa cose improponibili, in fondo alla gente piace perché gli sente ripetere quei famosi discorsi da bar che sembra piacciano ancora a tanti uomini. Il suo essere un vecchio maschio sciovinista non turba gli elettori americani.
Sulla graticola invece è messa Hillary, per mille motivi, ma in fondo per un solo motivo: è una donna che ambisce ad occupare il posto di un uomo.

Anna Maria Isastia

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