lunedì 16 novembre 2015

Perché un blog

Ho passato una vita intera tra archivi e biblioteche, leggendo e studiando migliaia e migliaia di pagine e documenti. 
Ho cercato di riversare su studentesse e studenti la mia passione per la storia e il frutto e il senso del mio lavoro e delle mie ricerche. 
La curiosità intellettuale mi ha spinta a frequentare ambienti apparentemente lontani tra di loro, scoprendo che le competenze acquisite in un ‘mondo’ erano utili per comprenderne altri: penso al mondo militare (senza essere militare); alla galassia massonica (senza essere una massona). 
Mi sono avvicinata con lo stesso spirito anche agli studi di genere: interessata ma da esterna. Confesso di aver capito solo nell’ultimo decennio il senso della rivolta femminista degli anni settanta che avrei potuto condividere, ma che, all’epoca, mi lasciava indifferente. 
Ho capito mettendo a confronto le diverse posizioni ideologiche; studiando la normativa internazionale sul lavoro delle donne da cui è derivata la normativa italiana. Rielaborando culturalmente questioni e situazioni che in passato non avevo saputo condividere.
Rimettersi in discussione ogni giorno senza rimanere mai fossilizzati in un proprio orizzonte chiuso; ripartire da zero, ma con la fortuna di avere accumulato un enorme bagaglio culturale dal quale attingere in ogni situazione.
E’ un po’ questa la mia realtà di oggi.
Ho scritto tanti libri e tanti saggi lunghi e pieni di note. Quei lavori che i professori universitari scrivono innanzitutto per i loro colleghi pronti a linciarli se mancano certi riferimenti ‘dovuti’, magari di decenni prima.
Adesso invece sento il bisogno di commentare quanto succede oggi; sottolineare e/o evidenziare quello che a me pare importante; comunicare utilizzando i nuovi strumenti che abbiamo a disposizione.


Nessun commento:

Posta un commento