L’articolo del Corriere sul cacciatore di onde, un
ricercatore del Cnr che aspetta le mareggiate per fotografare l’onda perfetta,
mi ha riportata indietro nel tempo di parecchie decine di anni.
Il cacciatore di onde
abita a Bonassola in Liguria dove s’infrangono le onde più belle d’Italia.
Ero in vacanza lì
tanti anni fa, forse avevo 16 anni. Abitavamo una villetta arrampicata lungo la
costa, con un grande terrazzo aperto sul mare tra i pini. Amavo disegnare e
passavo lunghe ore sul terrazzo con i blocchi di carta e la matita. Mi piaceva pure
nuotare e lo facevo spesso da sola. Mi tuffai anche una mattina in cui le onde
erano particolarmente forti, ma soprattutto le correnti erano difficilmente
controllabili. Fu così che ad un certo punto mi resi conto che non ero in grado
di tornare a terra. Più nuotavo e più la riva si allontanava. Non so quanto
tempo ho combattuto contro la corrente. So che all’improvviso si è
materializzato accanto a me un uomo robusto che mi ha presa e portata a riva.
Credo fosse straniero. Dall’alto della scogliera mi aveva vista in difficoltà
ed era venuto a salvarmi. Non so come si chiamasse. Non l’ho più incontrato.
Avevo dimenticato l’episodio, poi la vista di quelle onde fotografate e il nome
Bonassola ha fatto riemergere il ricordo e la sensazione di impotenza che
provai dentro quella massa liquida.
(Corriere della sera 18 aprile 2017)
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