La decisione di dedicare una
manifestazione annuale da svolgersi l’ultima domenica di febbraio o la
prima di marzo, in ogni paese e destinata a rivendicare il
diritto di voto per tutte le donne, fu presa, su proposta della Presidente
Klara Zetkin, in occasione della Conferenza della Internazionale socialista
delle donne tenutasi a Copenhagen nel 1910.
La senatrice socialista
Elena Marinucci, aveva scoperto questa versione, diversa dalla vulgata
corrente, leggendo il “Bollettino dell'Internazionale Socialista delle
Donne” e l'aveva resa pubblica negli anni Ottanta, scrivendo su diversi
giornali e proponendo di dedicare la giornata alla realizzazione del diritto
delle donne a "essere votate”.
Successivamente e con maggiore autorevolezza, la vera storia dell'8 marzo è stata resa nota in Italia da Tilde Capomazza e Marina Ombra,
con il libro 8 marzo. Una storia lunga un
secolo e poi da Alessandra
Gissi, Otto marzo. La giornata
internazionale delle donne in Italia.
Il primo 8 marzo fu celebrato in Germania nel 1914 . Sul manifesto
dell'iniziativa era scritto "Avanti , con il diritto di voto alle
donne".
Negli anni successivi si svolsero manifestazioni in altre capitali
europee, in Francia , Svizzera, Olanda raccontate in Italia dalla "Difesa
della lavoratrice", la rivista delle donne socialiste fondata e diretta da
Anna Kuliscioff.
Con la Grande Guerra le manifestazioni non ebbero più luogo, ma in
Russia, nel 1917, fu proprio la grande manifestazione delle donne
che aprì la strada alla prima Rivoluzione, quella di febbraio (il
calendario russo era arretrato di alcuni giorni). Quel giorno le tessitrici e
le dipendenti del deposito di tram sfilarono chiedendo pane, pace e diritti per
le donne. A loro si unirono gli operai e tante massaie che sfidarono la polizia
e i soldati. Una settimana dopo crollava la monarchia e lo Zar abdicava.
In Italia, la prima celebrazione dell'8 marzo si sarebbe tenuta nel 1921,
dopo la scissione di Livorno e la nascita del Partito Comunista.
Dobbiamo aspettare il 1945 perché in Italia si
torni a parlare di 8 marzo Giornata internazionale delle donne. Lo fanno le
donne dell’UDI che in quel momento storico raccolgono cattoliche e laiche,
socialiste, comuniste, repubblicane. Si
festeggia nelle fabbriche, negli uffici, nelle scuole, con riunioni, comizi,
feste popolari.
A Londra in quella stessa data sono riunite
donne di venti nazioni che approvano una ‘Carta della donna’ da far pervenire
alla neonata Organizzazione delle Nazioni Unite.
Per la prima volta nella storia d’Italia, l’8
marzo del 1947 viene celebrato in Parlamento dove siedono le 21 donne elette
alla Costituente. L’8 marzo è considerata una giornata di lotta, ma anche di
festa, un momento di auto gratificazione. Sembra sia stata Teresa Mattei,
eletta alla Costituente per il Pci, a legare alla festa la mimosa, fiore di
stagione economico e facile da trovare.
La data serve anche a difendere il diritto
delle donne al lavoro e al riconoscimento del ruolo di capofamiglia per quante
erano fonte dell’unico reddito familiare.
Se negli anni Venti, l’8 marzo era incardinato
nelle politiche dell’Internazionale socialista, nell’Italia del secondo
dopoguerra si preferisce legare l’evento ad un episodio, verosimile, della
storia del movimento operaio americano:
operaie morte nell’incendio di una fabbrica forse a Chicago o New York o
Boston. Per gli stessi motivi, in Francia la data simbolo viene collegata ad
uno sciopero del 1857.
Nel corso dei decenni cambia l’approccio alla
Giornata internazionale delle donne, cambiano anche le parole d’ordine e lo
spirito con il quale la si vive.